Bastioni: viale Caldara

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Con questo articolo terminiamo il breve tratto di Bastioni che stiamo percorrendo, e che lambisce la nostra zona. Siamo giunti all’incrocio con via Lamarmora, ed è da qui che inizia il viale Caldara; come ho detto nello scorso articolo, il tratto in questione era in precedenza una parte del lungo viale dedicato alla Regina Margherita nei tardi anni ’20 del XX secolo (inizialmente detto Bastioni di Porta Romana), e solo negli anni’50 del XX secolo venne dedicato a Emilio Caldara, che fu il primo sindaco socialista della città, in carica dal 1914 al 1920.
Iniziamo allora la nostra passeggiata e ribadiamo che in questi viali si trovano palazzi molto eleganti e funzionali, ma che noi ci concentreremo solo su qiuelli che possiedono particolari arhchitettonici di rilievo. Osserviamo subito che anche in questo tratto di Bastioni non esiste uno spartitraffico centrale percorribile dai pedoni; però ci sono due ampi marciapiedi con varie e gradevoli alberature, per cui li percorreremo nel nostro giro.
Partiamo allora dall’incrocio tra il viale Caldara e la via Lamarmora, ove sorge una graziosa palazzina dotata di due bow-windows semi-ottagonali (anziché semi-esagonali, come è più comune), e per realizzare questo essi sono stati posti a fronte l’uno dell’altro in una rientranza della facciata.
Di fronte, i palazzi all’angolo con il prolungamento di via Bergamo fanno ancora riferimento a viale Regina Margherita, mentre il viale Caldara inizia con la casa posta di fronte a via Lamarmora, il civico 46. Dopo un paio di edifici residenziali, è purtroppo sparita da pochissimo una coppia di casette rurali a un piano con orto e giardino, sostituita da una coppia di ennesimi palazzoni (ancora in costruzione); oltretutto la presenza delle casette formva, fintanto che sono state tenute attive, un angolo verde ora totalmente scomparso. A fianco però resiste una elegante palazzina, con cornici alle finestre e facciata policroma, preceduta da una rigogliosa vegetazione arborea.
Su entrambi i lati si susseguono poi edifici residenziali di vari decenni del XX secolo, mediamente risalenti agli anni dopo la seconda guerra mondiale, pur con qualche eccezione, tra cui il civico 43, un elegante palazzo dotato di numerosi spunti d’interesse. Il colpo d’occhio generale, oltre a far notare le finestre riquadrate con cornici, mette in risalto la colonna centrale, posta sopra il portone, in cui si susseguono, andando dal basso verso l’alto, un elegante balcone al primo piano, un notevole bow-window dotato di solette scolpite (secondo e terzo piano) che fa da loggia, su cui si appoggia un balconcino con colonne (quarto piano) che a sua volta regge un balconcino con piante rampicanti (quinto piano).
Proseguendo, sulla sinistra si giunge, poco dopo , ad un giardiinetto ricavato nelle mura spagnole dei Bastioni (un esempio simile l’abbiamo incontrato in viale Regina Margherita), su cui si affaccia il civico 20, dove pare abbia vissuto per diverso tempo lo showman Giorgio Guidi (in arte Johnny Dorelli). Di fronte al giardinetto, alcune gradevoli case d’epoca conducono all’incrocio con la antica Strada della Braida: la casa sull’angolo ha le pareti affrescate con motivi floreali alternati a fregi orizzontali e una loggia sui cui balconi si trovano dei festoni dipinti; a seguire, sempre sulla destra, troviamo alcuni eleganti palazzi d’epoca, sulle cui facciate si trovano timpani e lunette.
Infine, prima di concludere la nostra passeggiata, giunti ormai all’angolo con piazza Medaglie d’Oro, ancora due palazzi si fanno notare. Sulla sinistra, infatti, si trova un edificio tardo-liberty, il cui ultimo piano ospita una splendida loggia con colonnine alternate a decorazioni pittoriche: il resto della facciata è ricco di fregi ed eleganti balconi, e il portone (che dà sulla piazza) è sormontato da due statue.di putti. Sulla destra invece si trova il settecentesco palazzo che si affaccia su corso di Porta Romana, preceduto da una palazzna a due piani coeva; tra i due edifici si apre un cortile sovrastato da un terrazzo dotato di notevole balaustra.
Termina qui la nostra passeggiata e, di più, termina qui il nostro giro “ai confini della zona 4”, in cui abbiamo scoperto che, a pochi passi dalla zona in cui viviamo, ci sono spunti interessanti dal punto di vista storico, ambientale, architettonico ed artistico.
Con questo articolo termina anche questa serie di “istantanee” sulla nostra zona, con cui ho cercato di dimostrare che spesso le cose belle sono attorno a noi, e che fare i turisti nella propria città (meglio ancora, nella propria zona) può rivelare sorprese gradevoli. Se la salute mi sorreggerà, tornerò dopo le vacanze con una nuova serie di articoli sempre legata alla nostra zona, ma in ogni caso voglio fin da ora ringraziare tutti voi che mi avete letto, seguito e, qualche volta, accompagnato sulle strade della nostra città.